La compenetrazione tra i saperi nell’Università italiana è una pratica che ha una lunga tradizione alle spalle. Ancora oggi lavoriamo a stretto contatto con le innovazioni scientifiche attivando una modalità tipica della formazione umanistica che implica la messa in pratica di processi di sintesi interdisciplinare dove è centrale la conoscenza dell’opera di architettura, il suo contesto culturale, il suo significato all’interno di un processo storico nel quale la nostra azione si colloca come contributo datato e contestualizzato. Riflettiamo quotidianamente sul concetto di Patrimonio in ogni azione critica e progettuale. Non vedo una sostanziale differenza, in questo senso, tra il confronto con le evidenze archeologiche piuttosto che con un brano di città consolidata o un paesaggio rurale, pur nelle sostanziali specificità che tale confronto innesca nei metodi di analisi e nelle pratiche di progetto. Si tratta di trovare la giusta dimensione del “nuovo” inteso come autentica sintesi tra gli indirizzi che la società in quel momento tende a darsi e le visioni proiettate verso il futuro. Ma il problema in questo momento storico in Italia mi sembra proprio la mancanza di una vera progettualità proiettata verso un futuro che non sia solo un mero adattamento ad istanze subite, ma una politica di intervento capillare su tutto il territorio nazionale che restituisca nel complesso un’idea di architettura per il paese, così come è avvenuto in molti stati dell’Europa. In un momento in cui si è palesato il calo di interesse per la professione di architetto in uno dei paesi che espone un patrimonio architettonico di inestimabile valore, per qualità e quantità, è davvero necessario riaffermare la necessità di interloquire con la figura dell’architetto che è in primis portatore di una cultura ampia del progetto, una delle poche figure capaci di comprendere la complessità dei problemi, ed è su questo che anche l’Università dovrà lavorare nei prossimi anni.

Il progetto di architettura come intersezione di esperienze / Zammerini, Massimo. - (2019), pp. 1924-1927. (Intervento presentato al convegno VIII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16. Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio tenutosi a Università degli Studi di Napoli “Federico II”).

Il progetto di architettura come intersezione di esperienze

Massimo Zammerini
2019

Abstract

La compenetrazione tra i saperi nell’Università italiana è una pratica che ha una lunga tradizione alle spalle. Ancora oggi lavoriamo a stretto contatto con le innovazioni scientifiche attivando una modalità tipica della formazione umanistica che implica la messa in pratica di processi di sintesi interdisciplinare dove è centrale la conoscenza dell’opera di architettura, il suo contesto culturale, il suo significato all’interno di un processo storico nel quale la nostra azione si colloca come contributo datato e contestualizzato. Riflettiamo quotidianamente sul concetto di Patrimonio in ogni azione critica e progettuale. Non vedo una sostanziale differenza, in questo senso, tra il confronto con le evidenze archeologiche piuttosto che con un brano di città consolidata o un paesaggio rurale, pur nelle sostanziali specificità che tale confronto innesca nei metodi di analisi e nelle pratiche di progetto. Si tratta di trovare la giusta dimensione del “nuovo” inteso come autentica sintesi tra gli indirizzi che la società in quel momento tende a darsi e le visioni proiettate verso il futuro. Ma il problema in questo momento storico in Italia mi sembra proprio la mancanza di una vera progettualità proiettata verso un futuro che non sia solo un mero adattamento ad istanze subite, ma una politica di intervento capillare su tutto il territorio nazionale che restituisca nel complesso un’idea di architettura per il paese, così come è avvenuto in molti stati dell’Europa. In un momento in cui si è palesato il calo di interesse per la professione di architetto in uno dei paesi che espone un patrimonio architettonico di inestimabile valore, per qualità e quantità, è davvero necessario riaffermare la necessità di interloquire con la figura dell’architetto che è in primis portatore di una cultura ampia del progetto, una delle poche figure capaci di comprendere la complessità dei problemi, ed è su questo che anche l’Università dovrà lavorare nei prossimi anni.
2019
VIII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16. Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio
cultura; tempo; progetto
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Il progetto di architettura come intersezione di esperienze / Zammerini, Massimo. - (2019), pp. 1924-1927. (Intervento presentato al convegno VIII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16. Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio tenutosi a Università degli Studi di Napoli “Federico II”).
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